Note e riflessioni sulle scritture di amici e amiche

Alla ricerca di un senso nel mondo instabile e molteplice che poco conosciamo

Ai visitatori. Su questo blog (abbozzato nel 2010) pubblicherò le mie note di lettura sui testi editi o inediti. Nel caso di testi editi ritengo di poter esercitare liberamente il comune diritto alla critica. Per gli inediti, se necessario, chiederò prima l'autorizzazione ai diretti interessati. [E.A.]

15 luglio 2011

venerdì 15 luglio 2011

Su Matteo Bonsante*
Poesie 1954-2004
Aliante Edizioni
Polignano a mare 2004


*Matteo Bonsante (1935 Polignano a mare, Bari) ha insegnato nella scuola media superiore. Ha pubblicato  varie raccolte poetiche: Poesie 1954 - 2004 (Bilico, Ziqqurat, Sigizie, Esperidi, Nugelle, Prime poesie), Iridescenze (2007), Dismisure 2010, due romanzi brevi: Una linea di fuga (2001) e Sperduto 2003 e i lavori teatrali Caldarroste (1981), Dietro la porta 1984, Per solo donna 2004.

 

 

Aprile 2007
Gentile Matteo Bonsante,
non so bene se il mio parere la “illuminerà” come s’aspetta.
Sono, infatti, molto combattuto nel pronunciarmi sulla sua raccolta e per due fondamentali motivi.
Primo: mi trovo di fronte al libro di una vita, complessivo, studiatissimo nei singoli versi e nella sua struttura, con testi forse anche troppo  autocommentati, ma sempre con grande rigore filosofico. Esso m’incute (è la parola esatta nel mio caso) rispetto; e, per avvicinarne e vagliarne i significati più profondi, richiederebbe un tempo di lettura che per vari impegni al momento non posso concedere.
Secondo: per scelte di vita e culturali mi sento ormai estraneo alla cornice culturale del simbolismo, nella quale la sua poesia coerentemente si è iscritta e ha operato per circa un cinquantennio.[...]

            In sintesi, ma per essere fin da subito schietto, non digerisco più un certo ‘sublime’ poetico, non ambisco alla “contemplazione poetica” o ad una “coscienza superiore a cui dovrebbe tendere un «piccolo io» (XVI), sono psicanaliticamente guardingo verso il “mondo interiore”, accetto volentieri il prosastico e il dialogico come vie per misurare vicinanze e distanze  e compiere tentativi di cooperazione con gli altri/le altre, ammetto l’esistenza del mistero ma non aspiro freneticamente a varcarne la soglia, ne  temo un suo uso sacerdotale e a volte di occultamento  soporifero della storia, delle sue tragedie, delle sue ingiustizie.
           [...]  La ringrazio però sinceramente dell’invio di POESIE, che mi spingono a misurarmi con una sensibilità poetica non più “mia”. E mi riprometto di tornarci sopra. Le farò avere più in avanti (se il confronto tra noi potesse proseguire…) osservazioni, magari critiche, ma più meditate.  Se poi fosse interessato a proporre la pubblicazione sul sito di POLISCRITTURE di alcuni suoi testi, a me farebbe comunque piacere. (Io preferirei personalmente  trarli soprattutto da Sizigie).
 Con stima
 Ennio Abate

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