Note e riflessioni sulle scritture di amici e amiche

Alla ricerca di un senso nel mondo instabile e molteplice che poco conosciamo

Ai visitatori. Su questo blog (abbozzato nel 2010) pubblicherò le mie note di lettura sui testi editi o inediti. Nel caso di testi editi ritengo di poter esercitare liberamente il comune diritto alla critica. Per gli inediti, se necessario, chiederò prima l'autorizzazione ai diretti interessati. [E.A.]

15 luglio 2011

venerdì 15 luglio 2011

Su "Le tentazioni di Marsia"
di Mario Fresa e Tiziano Salari
(Lettera a Matteo Bonsante)



12 LUGLIO 2007

Caro Matteo,

[...]Ogni notizia  di morte o grave malattia mi turba e mi mette in posizione di distacco dalle faccende più quotidiane, che pur ci fanno sentire vivi e in qualche modo utili agli altri.
È da questa posizione che voglio riflettere anche su quanto mi scrivi a proposito de LE TENTAZIONI DI MARSIA.
Non mi meraviglia – l’hai intuito in partenza – il tuo accordo con le tesi di Salari e Fresa.
È una posizione,  questa, “nobile”, spalleggiata da una secolare tradizione, consolidatasi in opere di valore indiscusso e oggi – mi pare - in piena sintonia con lo “spirito dei tempi” che ha riproposto religioni e fondamentalismi in primo piano.
Io – purtroppo? per fortuna? per scelte culturali? per lezioni tratte dall’esperienza, come ti raccontavo – sento estranea  questa via «sacerdotale» dell'ascesi poetica.
 Non resta che confrontarci, ribadire  dissensi o riconoscere punti di convergenza, quando possibile.
Ho cercato di farlo con Fresa e Salari. E, malgrado il mio dissenso e risposte non sempre entusiasmanti da parte loro, sono stato l’unico – credo - che gli ha messo a disposizione il sito per far conoscere il libretto.
Nel merito di quanto ora mi scrivi ho da farti a mia volta queste obiezioni.
Gio Ferri [...] non vede problemi; e dovunque volge il suo sguardo, assolve (sacerdotalmente!) i poeti (ovviamente “veri”, perché con tracotanza egli è sicuro di stabilire la differenza tra poeti e scribacchini) e gli toglie qualsiasi inquietudine: «Ma se è poesia, la poesia non ha di questi problemi. Ciò vale per la verità: la poesia non cerca la verità, è la verità.». 
Per me la frase è un’affermazione di fede, sottoposta a quel «se» che  ha tutta l’ambiguità dei responsi oracolari. Prendere o lasciare. E mi fermo qua.
Anche tu, mi pare, sembri crocianamente convinto che tuttora si possa tirare un confine netto tra poesia e non-poesia. Da parte mia, se non ci fermiamo agli esempi più banali o su cui è facile concordare, credo che ci siano zone della ricerca poetica dove non è così agevole tirare una linea con la riga. Ma invece di affannarmi adesso a trovare qualche buon esempio, spero che ci siano occasioni favorevoli per parlarne in concreto.
Sulle obiezioni che muovi alla mia posizione, solo appunti: la poesia contribuisce indirettamente (certo) a dar senso alla vita di tutti, solo se ne assorbe la presenza, ne contempla i bisogni ( e la cosa non è facile); una poesia non arriverà mai a tutti, se questi tutti non godranno la condizione di libertà essenziale per far nascere e godere della poesia; i poeti che passano alla politica o i politici che passano alla poesia non garantiscono nessun miglioramento sicuro, perché il vero miglioramento verrebbe dalla rottura di queste rigide separazioni; la gente non è pronta a introiettare il messaggio poetico e i poeti troppo spesso non sono pronti ad introiettare i messaggi della gente (per me vale il principio di reciprocità…).

Riprenderemo il discorso. Tengo per me queste tue considerazioni, ma penso che Fresa e Salari sarebbero contenti di  una tua lettera. Ho, come hai visto, indicato anche i loro recapiti e-mail.

Un caro saluto
 Ennio




 

*Matteo Bonsante (1935 Polignano a mare, Bari) ha insegnato nella scuola media superiore. Ha pubblicato  varie raccolte poetiche: Poesie 1954 - 2004 (Bilico, Ziqqurat, Sigizie, Esperidi, Nugelle, Prime poesie), Iridescenze (2007), Dismisure 2010, due romanzi brevi: Una linea di fuga (2001) e Sperduto 2003 e i lavori teatrali Caldarroste (1981), Dietro la porta 1984, Per solo donna 2004.

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