Note e riflessioni sulle scritture di amici e amiche

Alla ricerca di un senso nel mondo instabile e molteplice che poco conosciamo

Ai visitatori. Su questo blog (abbozzato nel 2010) pubblicherò le mie note di lettura sui testi editi o inediti. Nel caso di testi editi ritengo di poter esercitare liberamente il comune diritto alla critica. Per gli inediti, se necessario, chiederò prima l'autorizzazione ai diretti interessati. [E.A.]

15 luglio 2011

mercoledì 28 settembre 2011

Su Giancarlo Majorino
"Il viaggio nella presenza del tempo"

Agosto 2009
IL VIAGGIO DI UN «CETOMEDISTA»
Appunti di critica dialogante
di Ennio Abate 

O Dio, se si potesse leggere nel libro del destino
e vedere come il volgere del tempo
appiana le montagne, e i continenti,
stanchi di restar solidi, si stemperino
nel mare; e veder altre volte
che la cintura costiera dell’oceano
 è troppo larga per i fianchi di Nettuno; come i giochi
 del caso e i mutamento colmino la coppa
 dell’instabilità con liquori diversi!

Su Giancarlo Majorino*
"Poesie e realtà 1945-2000""


* Giancarlo Majorino (Milano, 1929). Poeta e critico letterario. Ha insegnato storia e filosofia nei licei ed è ora docente di Estetica presso la Nuova accademia di belle arti e presidente della Casa dell poesia di Milano. Tra le sue numerose pubblicazioni: La capitale del Nord (Schwarz, 1959), Autoantologia (Garzanti 1995), Posie e realtà 1945-2000 (Tropea, 2000) e Viaggio nella presenza del tempo (Mondadori,2008). 

 

 La poesia da lontano.


Qualche ragionamento su Poesie e realtà 1945 - 2000 di Giancarlo Majorino.


 Poesie e realtà 1945 - 2000 di Giancarlo Majorino è un saggio sulla poesia italiana del secondo Novecento. Majorino vi ha lavorato per cinque anni, mettendo alla prova le sue coordinate critiche da varie angolazioni e a più riprese non soltanto nella scelta degli autori e dei testi, ma in affreschi periodizzanti storico-culturali e in calibrati giudizi particolari disseminati senza preoccupazioni scolastiche, come in una ininterrotta chiacchierata.

Su Luciano Amodio*
Alcuni saggi apparsi su "Manocomete"

* Luciano Amodio (Milano 1926-2001) filosofo. Funzionario dal 1947 al 1981 della Banca Commerciale Italiana, collaborò a "Il Politecnico" di Vittorini, a "La Cittadella" di Bergamo e a "Discussioni". Nel 1955 fu co-fondatore  di "Ragionamenti" e nel 1965 de "Il Corpo". Traduttore con Franco Fortini di Le Dieu chaché di Lucien Goldmann (1961), nel 1963 pubblicò la prima antologia italiana di Rosa Luxemburg, Scritti scelti e nel 1980 un Commentario al primo Lukács.

aprile 2003
Un Giano bifronte, un incontro mancato[1]

Ho conosciuto di persona Luciano Amodio a metà anni Novanta, dopo la completa rasatura a zero in questo paese di qualunque fermento critico vagamente “rivoluzionario”. L’ho incontrato nelle riunioni allargate  di Manocomete, la rivista che Giancarlo Majorino ha animato a Milano tra 1994 e 1995, generoso ma  breve tentativo di  rimettere a pensare assieme, in uno spazio spostato (memore di un precedente: Il corpo), intellettuali di varie competenze e generazioni, alcuni attivi già negli anni Sessanta, altri dopo il 1968.

Su Armando Tagliavento*
Dentro l’immigratorio italiano.
Introduzione alle sue scritture


* Armando Tagliavento ( Fondi 1930). Scrittore irregolare e misconosciuto.

gennaio 2006

Ieri sono andato a far visita ad Armando Tagliavento. Per me  è rimasto il bidello-scrittore, anche se ora è in pensione e nella vita (Armando è nato nel 1930) prima di “ficcarsi nella scuola” ha fatto il manovale, il fattorino, il disoccupato, il capomastro. Stava per diventare persino capufficio di una ditta di materiali edili ed ha sfiorato una carriera di scrittore di professione. Infatti, quando negli anni Settanta la cultura italiana ebbe un ritorno di  fiamma populista-neorealista (ricordo la letteratura “operaia”: Brugnaro, Guerrazzi, la rivista Abiti-lavoro...), Tagliavento ottenne un effimero successo come narratore: nel 1973 Feltrinelli gli  pubblicò nella collana dei Franchi narratori (patron Goffredo Fofi, che firmò la prefazione) un romanzo, Tra fascisti e germanesi. Vi narrava - con brio, spudoratezza e crudezze macabre quasi malapartiane - le sue avventure per sopravvivere durante gli scontri che insanguinarono l'Italia fra il '43 e la liberazione.