* Cristina Alziati (1963) è traduttrice e vive tra Berlino e Roma. Con la sua prima raccolta A compimento (2005) è stata finalista al "Premio Viareggio-Repaci" e ha vinto il "Premio internazionale di poesia P.P. Pasolini". Collabora con varie riviste e con il Centro Franco Fortini di Siena.
27 maggio 2004Cara Cristina,
[...]In treno ho avuto modo di leggere le tue poesie.Devo dirti che non le riesco a separare dalla figura, dai toni e dai temi di Fortini. Questo - sarò sincero - in parte è un complimento, in parte è una riserva. Apprezzo in pieno la compatezza della raccolta, la secchezza delle immagini, la concisione del dettato. Sono tratti della forma che svelano un grande rigore morale e civile, una ricerca di "verticalità", di parole ultime, definitive ed essenziali. Ma - e qui ti pongo forse crudamente un problema - non sei Fortini, non puoi esserlo. L'ombra sua (e l'ombra dei suoi autori) a me risulta troppo incombente e mi pare di ritrovarla non solo nei temi, nei toni, ma a volte anche nella sintassi. Questo, se non sbaglio, produce dei cortocircuiti fra quotidiano e ideologia (ad es. in "Sui primi disegni di mia figlia" o in "Quale anniversario") e rende a volte troppo "ermetico" e, insomma, poco disteso il legame fra loro, che pur esiste, ma viene come bloccato da una volontà sapienzale e altera. Prendi queste osservazioni per la sincerità che le caratterizza...
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