Note e riflessioni sulle scritture di amici e amiche

Alla ricerca di un senso nel mondo instabile e molteplice che poco conosciamo

Ai visitatori. Su questo blog (abbozzato nel 2010) pubblicherò le mie note di lettura sui testi editi o inediti. Nel caso di testi editi ritengo di poter esercitare liberamente il comune diritto alla critica. Per gli inediti, se necessario, chiederò prima l'autorizzazione ai diretti interessati. [E.A.]

15 luglio 2011

venerdì 15 luglio 2011

Su Anonimo
Testo inedito

19 ott 2004
Caro A.,
cerco di mettermi con un po’ d’ironia nei panni di commentatore/suggeritore che mi richiedi.
Parto dal testo che mi hai mandato. Mi colpiscono a livello formale la chiusa di ben cinque strofe con un gerundio (evocando, lamentando,cercando, accecando,scivolando) e l’inizio di quattro di esse con il complemento di specificazione (Di gente, Di gente, Di guerre, Di volti).
Per quest’insistenza di forme ripetitive, il tono generale   della poesia si fa, secondo me, depresso e pesante e non sembra riscattarsi nel finale con l’esclamazione (Ohilà!), che è subito smentita dal senso di ripetizione (Ogni giorno come l’altro).

Sul piano tematico la poesia mi pare costruita sul contrasto fra il tumulto della gente e la solitudine di un soggetto rintanato, desideroso di quiete. Ma  il tema è come bloccato: il titolo sembra preludere ad una descrizione oggettiva (di strade, folla, ecc) che però manca.  Che sia proprio un mercato domenicale è detto, ma non viene fatto vedere con qualche immagine. Anche l’aggettivo imbellettata dice poco della gente. Dall’uso che qui fai del linguaggio credo che nella tua poesia prevalga un orientamento riflessivo (e non narrativo o descrittivo o immaginativo) incentrato soprattutto sull’introspezione. Ma il soggetto pensante è innominato e impersonale. Queste sono le prime impressioni che mi vengono da questo testo, che non so se è estemporaneo o fa parte di una ricerca più insistita.
 Per suggerirti qualcosa di più preciso dovrei avere altre notizie o esempi e capire come  s’inseriscano nel tuo lavoro intellettuale, ecc.
Di questo potremo senz’altro parlare, se ne hai voglia. Importante è prendere sul serio quello che uno fa, anche se lui stesso lo trovasse insoddisfacente ( finché vivi, siamo sempre correggibili e perfezionabili...) o gli altri, scandalizzati, ironizzassero: ah, anche tu scrivi poesie!
Per ora un caro saluto
Ennio

Appendice. Testo esaminato

Mercato domenicale

In lontananza…
Nel silenzio
che come pietra
sui ricordi
le parole posa

Di gente imbellettata,
di un mercato domenicale,
nella distanza
del vuoto
il tumulto

Di gente,
nel suo niente dimenticata,
di giornate malinconiche
la fatica
evocando

Rintanato!
avulso!
il cuore
l’ingiustizia antica
lamentando

In un mare calmo,
l’anima,
di un riposo dolce,
la quiete
cercando

Di guerre
il ruggire,
come eco atroce,
lo sguardo
accecando


Di volti ,
grida
su stanchi occhi
lacrime
scivolando

Eppur viviamo
Ohilà!
Ogni giorno come l’altro






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